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Conversazione 13/01/2009

Conversazioni 2008/2009


10 GENNAIO 2009
COMUNITÀ DEGLI UOMINI - IL DISEGNO ORIGINALE DEL PADRE:
UN‘UNICA FAMIGLIA UMANA - 2° PARTE


Indispensabilità dei vincoli sociali per la realizzazione umana

Poiché la vita sociale non è qualcosa di esterno all'uomo, l'uomo cresce in tutte le sue capacità e può rispondere alla sua vocazione attraverso i rapporti con gli altri, la reciprocità dei servizi e il dialogo con i fratelli. Tra i vincoli sociali che sono necessari al perfezionamento dell'uomo, alcuni, come la famiglia e la comunità politica, sono più immediatamente rispondenti alla sua natura intima; altri procedono piuttosto dalla sua libera volontà . (GS 25)
Senza gli altri non ci possiamo realizzare, rimaniamo persone a metà e di conseguenza infelici. Nella nostra società la consapevolezza di questa verità fondante per ogni persona umana appare difficilmente afferrabile, amabile e realizzabile.
Motivi economici consigliano nell'educazione di massa di mettere l'accento su una percezione di se stesso che privilegia il proprio benessere fisico in un senso strettamente individuale. Si mette l'accento sul bisogno mio da soddisfare come suprema urgenza morale.
Consumo perciò esisto... perché così contribuisco sull'immediato alla crescita dell'economia nazionale.
Il recente crac-economico mondiale mette in forte crisi questa concezione solo individualista del mercato libero. L'attuale crisi economica mondiale sembra formare insieme al crollo del muro del 1989 i due segnali che indicano all'umanità il giusto mezzo della sua realizzazione a livello sociale, politico ed economico non troppo statalismo (modello comunista) non troppo liberismo (modello americano occidentale) in quanto tutte e due non mettono al centro la persona umana ma o il profitto o lo stato-partito.
In questo contesto risplende la concezione conciliare della società in quanto propone una visione della società nella quale le relazioni sociali implicano la realizzazione delle singole persone, anzi la realizzazione delle singole persone, il rispetto della loro dignità e il primo criterio per valutare la bontà di ogni singola relazione sociale.
Per poter apprezzare, volere, desiderare e gioire di questa impostazione personalistica della società è necessario capire come una persona si realizza nel suo ruolo e nel suo ufficio all'interno delle diverse istituzioni che compongono la stessa società.
"La famiglia e la comunità politica (!), sono più immediatamente rispondenti alla sua natura (della persona)" e perciò si può illustrare in modo particolare in esse la corrispondenza tra esercizio del proprio ruolo e realizzazione della propria persona. La famiglia è amore come istituzione.
I coniugi si sposano per amore e generano i loro figli per amore. I ruoli "moglie", "marito", "madre", "padre", "figli", "fratelli", "nonni", zii ecc. si fondano esclusivamente sull'amore.
L'attuazione di questi ruoli dipende perciò dalla misura con la quale si conosce l'amore e si vuole realizzarlo. Ogni istituzione realizza la sua finalità in quanto le persone che rivestano i ruoli sui quali si base la stessa istituzione realizzano la finalità dell'istituzione. La famiglia è amore come istituzione. La sua realizzazione o il suo fallimento dipende perciò dalla qualità d'amore che realizzano i suoi componenti.
Per poterlo fare bene conviene conoscere bene ed amare molto le azioni e le relazioni tipiche che corrispondono al mio ruolo nella famiglia. Queste azioni tipiche del mio ruolo hanno bisogno di essere riconosciuti da me quali azioni e relazioni che realizzano la mia persona nel più intimò e perciò mi rendono felice.
Il ruolo del marito per esempio implica che coltivo volentieri nella mia memoria il ricordo della mia sposa e cerco di arricchirlo e di difenderlo dalle mie critiche esagerate.
Metto la relazione con lei al terzo posto dopo la relazione con Dio e me stesso e perciò cerco ogni giorno il tempo per comunicare con lei, di esprimerle a parole e a gesti e con azioni l'amore che provo per lei. Se non mi identifico bene con questi pensieri, queste azioni e con questa relazione con questa donna precisa e concreta, tipici del mio ruolo di marito non avrò abbastanza motivazione e gioia quotidiane per realizzare il significato e unico fondamento del matrimonio: la realizzazione dell'amore delle persone che lo compongono.
Cose simili si possono dire per esempio per il ruolo della madre: il suo ruolo di madre le impongono la necessità di alzarsi la notte per allattare il figlio, di pulirlo quando è sporco, di portarlo in braccio quando non sa ancora camminare, di soffrire quando non le obbedisce ecc.
Se come madre non ho posto per queste azioni nei miei desideri e ricordi, non le amo e non colgo in essi il signi4icato per la mia realizzazione personale le farò con stizza e trasmetterò ai figli la percezione di non essere voluti con tutte le implicazioni disastrose per la loro percezione di se stessi che comporta. Se invece cogliesse il valore fondante per la vita del figlio di ognuna di queste azioni anche piccole potrebbe coltivare dentro di sé l'ammirazione e la gioia per il suo ruolo materno che le permette di collaborare in un modo così indispensabile alla realizzazione della vita di una persona..
La preziosità altissima e l'influsso immenso che hanno le relazioni e le azioni tipiche dei ruoli familiari implicano la necessità per ogni membro della famiglia di formarsi una profonda consapevolezza, una viva percezione un ricco immaginario del proprio ruolo in relazione alla propria realizzazione personale in seno alla famiglia.
Quanto vale per il rapporto tra il ruolo/ufficio e la realizzazione della persona che lo copre in famiglia vale per l'ufficio o ruolo in qualsiasi istituzione o professione. Se riesco a capire ed ad amare bene questa intima connessione in famiglia sarò abbastanza educato da cogliere questo nesso vitale e motivato per lottare per sua realizzazione anche al posto di lavoro.
Anche qui vale l'importanza della sensibilità per la preziosità della corporeità delle mie azioni che mi fa sentire il coniuge nell'intimità coniugale quando celebra le mie membra e i miei sensi con la sua tenerezza trasformando il mio corpo in gioia.
Così mi illustra, mi dimostra e mi fa sperimentare l'amabilità e la gioibilità di ciò che compio con il mio corpo: anche le azioni che mi chiede il mio ruolo o il mio ufficio al posto di lavoro. La vita intima coniugale "congiunge" in quest'ottica la gioia della mia corporeità donatami dal coniuge con le azioni che realizzo a livello professionale, sociale e politico attraverso lo stesso corpo celebrato dal coniuge.
E' perciò la stessa mia vita intima sponsale a farmi capire e a farmi sperimentare che la mia persona si realizza attraverso le azioni specifiche del mio ufficio nell'istituzione nella quale realizzo il mio lavoro. E' l'amore del coniuge che mi svela la radicale amabilità delle azioni che compio con il mio corpo e perciò favorisce la mia identificazione con esse grazie alla luce dell'amore che diffonde il coniuge con la sua tenerezza su tutto il mio corpo e perciò su tutta la mia persona e tutta la mia vita.

26. Promuovere il bene comune.

"Dall'interdipendenza sempre più stretta e piano piano estesa al mondo intero deriva che il bene comune--cioè l'insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente--oggi viepiù diventa universale, investendo diritti e doveri che riguardano l'intero genere umano.
Pertanto ogni gruppo deve tener conto dei bisogni e delle legittime aspirazioni degli altri gruppi, anzi del bene comune dell'intera famiglia umana. Contemporaneamente cresce la coscienza dell'eminente dignità della persona umana, superiore a tutte le cose e i cui diritti e doveri sono universali e inviolabili.
Occorre perciò che sia reso accessibile all'uomo tutto ciò di cui ha bisogno per condurre una vita veramente umana, come il vitto, il vestito, l'abitazione, il diritto a scegliersi liberamente lo stato di vita e a fondare una famiglia, il diritto all'educazione, al lavoro, alla reputazione, al rispetto, alla necessaria informazione, alla possibilità di agire secondo il retto dettato della sua coscienza, alla salvaguardia della vita privata e alla giusta libertà anche in campo religioso. " (GS 26)

In questo paragrafo il Concilio introduce un altro concetto chiave che presiede un giusto ordine politico e sociale: "il bene comune"e lo definisce in modo mirabile: l'insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente."
E' l'applicazione del principio del primato della persona a tutte le relazioni sociali. La comprensione e l'amore del bene comune sono strettamente legati a quanto abbiamo visto nel capitolo precedente. Io contribuisco alla realizzazione del bene comune nella misura in cui vivo il mio ruolo all'interno dell'istituzione alla quale appartengo a livello sociale.
Un medico realizza il bene comune, la salute dei suoi pazienti, nella misura in cui coglie nelle azioni specifiche della sua professione la realizzazione del sua vita. La stessa cosa vale per l'operatore ecologico che si occupa della pulizia della strada.
Per poter arrivare a cogliere il significato profondo del bene comune e amare la sua realizzazione bisogna cogliere il nesso profondo tra il bene personale e il bene comune. Se nessuno pulisce la strada è sporca anche per me. Se i medici non operano più un giorno potrebbe essere un problema anche per me. Se nessuno vuole fare il presidente del consiglio il paese rischia il caos, perciò anche io.
La prima esperienza di questo nesso tra bene personale e bene comune, tra realizzazione personale e realizzazione sociale si fa di nuovo in famiglia. Il bene comune della famiglia è l'insieme dei beni personali dei suoi membri e viceversa il bene personale di ognuno di loro dipende dalla realizzazione del bene comune della famiglia.
Se il padre comincia a ignorare la moglie o un figlio tutta la famiglia ne risente profondamente. Quando un figlio risponde sempre male alla mamma o litiga sempre senza motivo con il fratello il bene comune della famiglia è a rischio.
Altrettanto nessun membro della famiglia si può permettere di perdere di vista il bene comune della famiglia, vale a dire l'equilibrio delle sue relazioni con le azioni corrispondenti che garantiscono questo equilibrio senza mettere in pericolo il proprio bene personale.
Da questi esempi emerge che scegliere il bene comune della famiglia, della società e della Chiesa come un bene personale è fondamentale sia per la realizzazione-felicità della mia persona sia per la realizzazione-felicità di tutta la società e di tutta la Chiesa.
La famiglia è la rete di relazioni e di azioni dove meglio si può raggiungere la certezza di questa verità e perciò la motivazione indistruttibile per lottare in qualsiasi circostanza della propria vita per la sua realizzazione.
"L'ordine sociale pertanto e il suo progresso debbono sempre lasciar prevalere il bene delle persone, poiché l'ordine delle cose deve essere subordinato all'ordine delle persone e non l'inverso, secondo quanto suggerisce il Signore stesso quando dice che il sabato è fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato.
Quell'ordine è da sviluppare sempre più, deve avere per base la verità, realizzarsi nella giustizia, essere vivificato dall'amore, deve trovare un equilibrio sempre più umano nella libertà." (GS 26)
Perché l'ordine delle persone viene prima dell'ordine delle cose e imprime all'ordine delle cose la sua forma? La famiglia come cellula più piccola e più fondante della società è comunione di persone, dove la persona è "fondamento, fine e soggetto" come abbiamo visto sopra.
Tutto ciò che realizzano le persone che esistono grazie alle relazioni familiari non può essere in contrasto con questa comunione di persone che caratterizza l'ordine delle persone costituito dall'amore grazie al quale si è costituita la stessa famiglia! L'ordine delle cose, la costruzione, delle case, i letti degli ospedali, i soldi, le aule dei parlamenti, le macchine delle forze dell'ordine ecc. ha solo senso se realizza maggiormente l'amore verso le persone grazie al quale esistono sia persone sia cose.
Il fondamento più profondo, più attuale, più potente e più presente di questo ordine delle persone caratterizzato dall'amore lo troviamo nell'Origine della Famiglia che è la Felicissima Trinità.
La famiglia è comunione di persone perché creata dalla comunione di Persone divine che è la Beata Trinità. In questa Origine e in questa somiglianza si trova la dignità e ricchezza insostituibili della famiglia. E' attraverso la famiglia che lo stile di vita trinitaria costituisce, feconda, libera, vivifica la Chiesa e la società.
Per raggiungere tale scopo bisogna lavorare al rinnovamento della mentalità e intraprendere profondi mutamenti della società. Lo Spirito di Dio, che con mirabile provvidenza dirige il corso dei tempi e rinnova la faccia della terra, è presente a questa evoluzione.
Il fermento evangelico suscitò e suscita nel cuore dell'uomo questa irrefrenabile esigenza di dignità." " (GS 26)

Questo modo di vedere la famiglia e la società con la centralità delle persone, dell'amore e del bene comune, è già un rinnovamento della mentalità. E' nuovo perché si ispira al modo costantemente nuovo di Dio di vedere se stesso, la famiglia, la Chiesa e la società.
Questo nuovo modo di vedere la famiglia, la società e la Chiesa richiede il coraggio di essere trasformati in progetti concreti che plasmano le strutture portanti della società a immagine delle relazioni e delle azioni nuziali e famigliari.
La Chiesa in questa interpretazione e progettazione della società si ispira principalmente alla rivelazione della Beata Trinità nella Scrittura e agli apostoli ma legge anche negli stessi eventi della storia attuale segni per la verità e l'urgenza di questa nuova mentalità che mette la persona, l'amore e il bene comune al centro della vita nuziale, famigliare, ecclesiale, sociale e pubblica.
Vorrei fare solo alcuni esempi che possono illustrare in che modo lo stesso sviluppo della vita sociale evidenza la centralità delle persone, dell'amore e del bene comune.
Come già accennato il 1989 e il 2008 sono due anni che rivelano che trascurare la persona umana e il bene comune inteso come la possibile realizzazione di tutte le persone che compongono la società ha delle conseguenze insopportabili per la persona umana. La persona umana non regge né il comunismo né il capitalismo a lungo.
Le conseguenze del 1989 sono conosciute; la crisi economica solo negli stati Uniti è costato a circa 2,5 milioni di persone il posto di lavoro e anche a diversi amici qui a Sassari.
Il presidente Bush ha riconosciuto la sua responsabilità morale al riguardo, vale a dire non è successo a caso ma perché qualcuno ha fatto male ciò che poteva fare bene.
Il 20° secolo grazie al cambiamento sociale e professionale del ruolo della donna ha permesso che i matrimoni si celebrassero ormai per un unico motivo: per amore. Per la prima volta nella storia dell'umanità esistono nazioni nelle quali l'uomo e la donna possono scegliersi liberamente per amore e celebrare le nozze.
Mai come oggi mettono così in evidenza l'istituzione del matrimonio come nascita e crescita della persona per un unico motivo: l'amore. Trattandosi di una realtà nuova i coniugi fanno ancora fatica nella realizzazione di questo nuovo e più vero modello di sposalizio che centralizza l'amore come il suo unico fondamento.
Chi non coglie la natura, l'intelligibilità e le modalità di realizzazione dell'amore si trova a grande disagio.
Inoltre il novecento ha evidenziato la centralità della vita famigliare per la realizzazione della persona umana dal punto di vista pedagogico e psicologico.
Mai l'umanità ha avuto così tanta consapevolezza del valore delle relazioni nuziali e genitoriali in rapporto alla crescita di una persona. L'apporto delle scienze sociali inoltre chiarisce il peso che le relazioni famigliari hanno per il tessuto di ogni organizzazione sociale e ne illustra la dipendenza.
Infine, le scienze biologiche ci hanno fatto vedere che ogni persona umana a livello genetico è strutturato a modo nuziale, essendo formato il Dna, cervellone di ogni cellula umana, dall'intreccio nuziale dei geni materni e paterni.
In questo senso convergono eventi storici, cambiamenti sociali e scoperte scientifiche ad evidenziare il ruolo chiave della persona, dell'amore e del bene comune da diversi punti di vista ed aiutano a cogliere la saggezza e l'attualità dell'interpretazione conciliare della vita familiare e sociale odierna.

27. Rispetto della persona umana.

"Scendendo a conseguenze pratiche di maggiore urgenza, il Concilio inculca il rispetto verso l'uomo: ciascuno consideri il prossimo, nessuno eccettuato, come un altro " se stesso ", tenendo conto della sua esistenza e dei mezzi necessari per viverla degnamente, per non imitare quel ricco che non ebbe nessuna cura del povero Lazzaro.
Soprattutto oggi urge l'obbligo che diventiamo prossimi di ogni uomo e rendiamo servizio con i fatti a colui che ci passa accanto: vecchio abbandonato da tutti, o lavoratore straniero ingiustamente disprezzato, o esiliato, o fanciullo nato da un'unione illegittima, che patisce immeritatamente per un peccato da lui non commesso, o affamato che richiama la nostra coscienza, rievocando la voce del Signore: " Quanto avete fatto ad uno di questi minimi miei fratelli, l'avete fatto a me" (Mt25,40).

Inoltre tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l'aborto, l'eutanasia e lo stesso suicidio volontario; tutto ciò che viola l'integrità della persona umana, come le mutilazioni, le torture inflitte al corpo e alla mente, le costrizioni psicologiche; tutto ciò che offende la dignità umana, come le condizioni di vita subumana, le incarcerazioni arbitrarie, le deportazioni, la schiaviti4 la prostituzione, il mercato delle donne e dei giovani, o ancora le ignominiose condizioni di lavoro, con le quali i lavoratori sono trattati come semplici strumenti di guadagno, e non come persone libere e responsabili: tutte queste cose, e altre simili, sono certamente vergognose.
Mentre guastano la civiltà umana, disonorano coloro che così si comportano più ancora che quelli che le subiscono e ledono grandemente l'onore del Creatore."(GS 27)

Per la riflessione:

Come posso descrivere "1'amore"? In che cosa consiste? Come lo si può conoscere? Quali sono le modalità con le quali realizzo il mio amore verso il coniuge e verso i figli? Di quale di questi modi riesco a gioire?

Sperimento la mia famiglia come luogo dove si realizza la mia persona? Quali sono secondo me le azioni specifiche del mio ruolo di coniuge, genitore, nonno/a, ecc.? Riesco ad identificarmi con queste azioni e gioire della loro realizzazione quotidiana?

Come mi sto immaginando il "bene comune"? Posso fare esempi per come contribuisco alla realizzazione del bene comune vissuto come realizzazione del mio bene personale?


Oggi é e sono le ore - Aggiornato il 19 mai 2013


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