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Conversazione 08/11/2008

Conversazioni 2008/2009

 

Sassari, 8 novembre 2008
La dignità della persona umana: l'uomo a immagine di Dio


A chi si rivolge la Chiesa?

Guardando le nostre comunità ecclesiali possiamo notare un tratto molto comune, tranne qualche eccezione: viviamo la nostra fede nell'intimità dei nostri cuori e all'interno delle pareti delle nostre chiese.
La Chiesa in Europa è nel senso più letterale del termine molto "introversa" sia nella formazione dei suoi sacerdoti consacrati e coniugi sia nel suo comportamento nella sua vita quotidiana.
Lo Spirito del Concilio che si esprime nel nostro documento è molto diverso: "A tutti vuol esporre come esso intende la presenza e l'azione della Chiesa nel mondo contemporaneo. Il mondo che esso ha presente è perciò quello degli uomini, ossia l'intera famiglia umana nel contesto di tutte quelle realtà entro le quali essa vive." (GS3).
Perciò la Chiesa vuole istaurare "un dialogo sui vari problemi sopra accennati, arrecando la luce che viene dal Vangelo, e mettendo a disposizione degli uomini le energie di salvezza che la Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo, riceve dal suo Fondatore. Si tratta di salvare l'uomo, si tratta di edificare l'umana società."(GS3)
"È l'uomo dunque, l'uomo considerato nella sua unità e nella sua totalità, corpo e anima, l'uomo cuore e coscienza, pensiero e volontà, che sarà il cardine di tutta la nostra esposizione.
Pertanto il santo Concilio, proclamando la grandezza somma della vocazione dell'uomo e la presenza in lui di un germe divino, offre all'umanità la cooperazione sincera della Chiesa, al fine d'instaurare quella fraternità universale che corrisponda a tale vocazione.
Nessuna ambizione terrena spinge la Chiesa; essa mira a questo solo: continuare, sotto la guida dello Spirito consolatore, l'opera stessa di Cristo, il quale è venuto nel mondo a rendere testimonianza alla verità, a salvare e non a condannare, a servire e non ad essere servito." (GS3)
Come primo atto d'amore verso l'uomo il Concilio cerca di descrivere in un modo molto chiaro la condizione dell' uomo nel mondo contemporaneo in un testo splendido:
"Bisogna infatti conoscere e comprendere il mondo in cui viviamo, le sue attese, le sue aspirazioni e il suo carattere spesso drammatico. Ecco come si possono delineare le caratteristiche più rilevanti del mondo contemporaneo.
L'umanità vive oggi un periodo nuovo della sua storia caratterizzato da profondi e rapidi  mutamenti che progressivamente si estendono all'insieme del globo.
Provocati dall'intelligenza e dall'attività creativa dell'uomo, si ripercuotono sull'uomo stesso, sui suoi giudizi e sui desideri individuali e collettivi, sul suo modo di pensare e d'agire, sia nei confronti delle cose che degli uomini. Possiamo così parlare di una vera trasformazione sociale e culturale, i cui riflessi si ripercuotono anche sulla vita religiosa.
Come accade in ogni crisi di crescenza, questa trasformazione reca con sé non lievi difficoltà. Così, mentre l'uomo tanto largamente estende la sua potenza, non sempre riesce però a porla a suo servizio.
Si sforza di penetrare nel più intimo del suo essere, ma spesso appare più incerto di se stesso.
Scopre man mano più chiaramente le leggi della vita sociale, ma resta poi esitante sulla direzione da imprimervi.
Mai il genere umano ebbe a disposizione tante ricchezze, possibilità e potenza economica; e tuttavia una grande parte degli abitanti del globo è ancora tormentata dalla fame e dalla miseria, e intere moltitudini non sanno né leggere né scrivere.
Mai come oggi gli uomini hanno avuto un senso così acuto della libertà, e intanto sorgono nuove forme di schiavitù sociale e psichica.
E mentre il mondo avverte così lucidamente la sua unità e la mutua interdipendenza dei singoli in una necessaria solidarietà, violentemente viene spinto in direzioni opposte da forze che si combattono; infatti permangono ancora gravi contrasti politici, sociali, economici, razziali e ideologici, né è venuto meno il pericolo di una guerra capace di annientare ogni cosa. (GS4)

"Ma che cos'è l'uomo?" (GS12)

Quando parliamo con qualcuno nutriamo sempre un'idea, una sensazione del nostro interlocutore nella nostra mente e nel nostro cuore che influisce molto sul modo con il quale ci relazioniamo alla persona con la quale stiamo parlando. Da questa idea dipende la qualità del dialogo e del colloquio.
Quanto più stimo e amo una persona tanto più volentieri parlo con essa. La Chiesa volendo parlare con ogni uomo del nostro tempo perciò dice prima di tutto che cosa pensa della persona umana.
Le sue parole manifestano ciò che Cristo stesso pensa della persona umana, come la considera.
Molti pensano che la Chiesa sia la grande bacchettona dell'umanità, sempre pronta a indicare con il suo indice millenario ciò che l'uomo fa di sbagliato. Così rappresenterebbe l'occhio onnipotente che controlla dalla sua porticina triangolare l'agire umano, sempre assettato di poter annotare qualche sbaglio di questo essere fallito in partenza.
Il documento conciliare svela una visione dell'uomo di tutt'altro respiro e grandezza. Per la Chiesa l'uomo è prima di tutto "ad immagine di Dio" (GS12), "coronato di gloria e di onore" (salmo 8.5 citato in GS12). Questa dignità, questa somiglianza divina, I'uomo è chiamato a manifestarla e ad attuarla sin dal principio con una modalità molto particolare e concreta:
"Ma Dio non creò l'uomo lasciandolo solo: fin da principio "uomo e donna li creò" (Gen1,27) e la loro unione costituisce la prima forma di comunione di persone. L'uomo, infatti, per sua intima natura è un essere sociale, e senza i rapporti con gli altri non può vivere né esplicare le sue doti." (GS12)
Prima di essere "sociale", l'uomo secondo la rivelazione biblica è "sponsale" e perciò "familiare". La sua socialità si fonda e si sviluppa prima di tutto nella relazione nuziale e familiare.
Per Dio e la Chiesa l'homo sapiens sapiens è prima di tutto l'homo nuptialis familiaris. La relazione sponsale e familiare diventa perciò per ogni uomo il primo contesto nel quale si manifesta e si realizza il suo essere "immagine di Dio", "il suo essere coronato di gloria e di onore", la sua ineffabile dignità umana.
Vedremo allora in che modo in questo contesto originale si possono cogliere le caratteristiche specifiche con i quali il documento esplicita la dignità della persona umana.
La Chiesa è profondamente cosciente che l'uomo "tentato dal Maligno, fin dagli inizi della storia abusò della libertà, erigendosi contro Dio e bramando di conseguire il suo fine al di fuori di lui" (GS13) e perciò "si trova diviso in se stesso" (GS13) e impedito "di conseguire la propria pienezza".
E' proprio la vita della coppia che fa sperimentare in modo particolare il peso dell'essere ognuno dei due coniugi "divisi in se stessi".
Per questo motivo non riescono sempre a essere fedeli a quanto il loro amore reciproco li chiederebbe di realizzare. Spesso le parole e le azioni dei coniugi non sono in sintonia con l'amore che provano l'uno per l'altro e si feriscono profondamente.
Anche nell'educazione dei figli si fa dolorosa esperienza che già i bambini più piccoli portano in loro questa divisione e questo disordine di cui parla il Concilio e che mette a dura prova la capacità educativa dei genitori.
Sono la relazione coniugale e le relazioni familiari nelle quali si sperimenta di più la verità del peccato e delle sue conseguenze disastrose sulla vita delle famiglie (ogni quattro minuti in Italia si sfascia un matrimonio, nella sola città di Milano avvengono ogni giorno circa sei separazioni, i dati sono in aumento).
"Ma il Signore stesso è venuto a liberare l'uomo e a dargli forza, rinnovandolo nell'intimo e scacciando fuori "il principe di questo mondo" (Gv12,31), che lo teneva schiavo del peccato." (GS13)
Questa luce della redenzione conferisce alla Chiesa la capacità di cogliere la persona umana nella sua luce originale e definitiva e di contestualizzare la sua condizione di peccato e di miseria. La Chiesa diventa così instancabile ed appassionata promotrice della persona umana in tutte le sue espressioni autentiche.

In che cosa consiste la dignità della persona nuziale, familiare e sociale?

Per uscire dal disordine nel quale si trova l'umanità il Concilio indica una via molto particolare: descrive, illustra e presenta la bellezza e preziosità originale e definitiva della persona umana. Nella misura un cui un uomo, una donna riconoscono e amano la propria natura, la propria bellezza e dignità favoriscono la conseguente realizzazione della propria vita!
"Unità di anima e di corpo, l'uomo sintetizza in sé, per la sua stessa condizione corporale, gli elementi del mondo materiale, così che questi attraverso di lui toccano il loro vertice e prendono voce per lodare in libertà il Creatore.
Non è lecito dunque disprezzare la vita corporale dell'uomo. Al contrario, questi è tenuto a considerare buono e degno di onore il proprio corpo, appunto perché creato da Dio e destinato alla risurrezione nell'ultimo giorno." (GS14)
La Chiesa concepisce l'essere umano come profonda "unità di anima e di corpo". Il corpo è l'espressione della ricchezza e della vitalità dell'anima. L'anima immateriale è la forma vivificante e strutturante di tutto il corpo, presente tutta in tutto il corpo.
Il luogo originale nel quale si fa esperienza concreta di questa profondità di anima e corpo è il matrimonio, i coniugi sperimentano e realizzano il loro amore reciproco attraverso tutto il corpo. Si manifestano la percezione della singolarità e dell'unicità delle loro persone e delle loro vite attraverso espressioni che coinvolgono sempre qualche parte del corpo.
Niente avviene nel matrimonio senza una espressione corporea corrispondente. Per i coniugi i loro corpi diventano di giorno in giorno più trasparenti alle loro vite, nel bene e nel male, riescono a leggere nell'intimo del partner quanto esprime con una mimica del viso o un gesto della mano.
I coniugi sono chiamati a celebrare nei loro corpi e nei corpi dei loro figli la sintesi di tutti gli elementi materiali nelle loro anime. L'amore dei coniugi e dei genitori si rivolge a tutta la persona, desidera la realizzazione del coniuge, dei figli su tutti i livelli del loro essere, corpo, sensi, sentimenti, intelligenza, volontà e tutta la vita interiore delle persone amate.

Dignità dell'intelligenza, verità e saggezza" (GS15)

"L'uomo ha ragione di ritenersi superiore a tutto l'universo delle cose, a motivo della sua intelligenza, con cui partecipa della luce della mente di Dio. ... Infine, la natura intelligente della persona umana può e deve raggiungere la perfezione.
Questa mediante la sapienza attrae con dolcezza la mente a cercare e ad amare il vero e il bene; l'uomo che se ne nutre è condotto attraverso il visibile all'invisibile." (GS15)
Nella coppia l'intelligenza del coniuge diventa per me particolarmente dono, del quale sono chiamato a godere e che mi è affidato per contribuire alla sua realizzazione. Insieme i coniugi sono invitati a trovare il modo con il quale si stimolano e aiutano reciprocamente a approfondire la conoscenza della vita in tutte le sue manifestazioni.
Sono chiamati ad essersi reciprocamente immagine dell'amore che Dio ha per il sapere, per la conoscenza di se stesso e di tutto quanto ha creato.
In modo analogo è affidato ai genitori la capacità intellettiva dei loro figli. Sono i genitori i primi mediatori tra l'intelligenza del figlio e il suo essere, l'essere del mondo e l'essere di Dio.
Nessuno ha più in mano l'intelligenza di una persona di quanto non succeda ai genitori in relazione ai propri figli. Se gli stessi genitori non hanno una vivissima consapevolezza e gioia della dignità della propria intelligenza rischiano di non apprezzare l'intelligenza dei propri figli e a non promuoverne in modo adeguato lo sviluppo.

"Dignità della coscienza morale."' (GS16)

"Nell'intimo della coscienza l'uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire. Questa voce, che lo chiama sempre ad amare, a fare il bene e a fuggire il male, al momento opportuno risuona nell'intimità del cuore: fa questo, evita quest'altro, l'uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro al cuore; obbedire è la dignità stessa dell'uomo, e secondo questa egli sarà giudicato.
La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell'uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell'intimità.
Tramite la coscienza si fa conoscere in modo mirabile quella legge che trova il suo compimento nell'amore di Dio e del prossimo. Nella fedeltà alla coscienza i cristiani si uniscono agli altri uomini per cercare la verità e per risolvere secondo verità numerosi problemi morali, che sorgono tanto nella vita privata quanto in quella sociale."(GS16)
I coniugi sono reciprocamente i primi custodi delle loro coscienza. Dovrebbero vegliare gelosamente sull'inviolabilità della coscienza del proprio coniuge e desiderare profondamente che ognuno dei due abbia il tempo e lo spazio per poter approfondire e migliorare l'adesione alla propria coscienza.
Ogni coniuge dovrebbe sentirsi sempre incoraggiato dal proprio partner a sperimentare la realizzazione della propria dignità e vita nel seguire la voce della coscienza.

"Grandezza della libertà. (GS17)

"Ma l'uomo può volgersi al bene soltanto nella libertà.
I nostri contemporanei stimano grandemente e perseguono con ardore tale libertà, e a ragione. Spesso però la coltivano in modo sbagliato quasi sia lecito tutto quel che piace, compreso il male. La vera libertà, invece, è nell'uomo un segno privilegiato dell'immagine divina.
Dio volle, infatti, lasciare l'uomo "in mano al suo consiglio" che cerchi spontaneamente il suo Creatore e giunga liberamente, aderendo a lui, alla piena e beata perfezione.
Perciò la dignità dell'uomo richiede che egli agisca secondo scelte consapevoli e libere, mosso cioè e determinato da convinzioni personali, e non per un cieco impulso istintivo o per mera coazione esterna. L'uomo perviene a tale dignità quando, liberandosi da ogni schiavitù di passioni, tende al suo fine mediante la scelta libera del bene e se ne procura con la sua diligente iniziativa i mezzi convenienti. "(GS17)

Cristo, l'uomo nuovo (GS22)

"In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo. Adamo, infatti, il primo uomo, era figura di quello futuro (Rm5,14) e cioè di Cristo Signore. Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l'uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione.
Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo.
Ha lavorato con mani d'uomo, ha pensato con intelligenza d'uomo, ha agito con volontà d'uomo ha amato con cuore d'uomo. Nascendo da Maria vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché il peccato." (GS22).


Per la riflessione:

Ho consapevolezza della mia dignità personale? Percepisco il coniuge come promotore della mia dignità?
Quanta apprezzo I 'uso della mia intelligenza e della mia libertà in me, nel mio coniuge e nei nostri figli?
In che modo influisce la persona di Gesù alla presa di coscienza della dignità del mio corpo, della mia persona, della mia intelligenza, della mia volontà e libertà?


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