Conversazione 09/11/2013 - cpfconsultoriosassari.it

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Conversazione 09/11/2013

Conversazioni 2013/2014

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9 novembre 2013

LA CHIESA - CASA NOSTRA “LUMEN GENTIUM” COME TESTO POLITICO?
"PERCEPIRE E COSTRUIRE “CATTOLICITÀ”


Il titolo di questo capitolo “Il Popolo di Dio” evidenzia ulteriormente il carattere politico del testo conciliare. Usando la parola “popolo” si pone una somiglianza con il popolo italiano, cinese o cileno.
Dal punto di vista politico la parola “popolo” implica una analogia particolare: come un popolo è governato, progredisce e si realizza grazie a un governo istituito (Parlamento e governo) e da un governo naturale (cellula della società: la famiglia) così anche nella Chiesa ci vuole collaborazione tra gerarchia e la famiglia cristiana, cellula viva e strutturante del “Popolo di Dio”.
Dopo aver presentato nel primo capitolo come le tre Persone divine si impegnano storicamente nell’economia, nella politica della salvezza – fino a dare la vita e risorgere in Gesù - per poter rendere ogni persona umana partecipe della vita in Gesù, come corpo di Cristo, realtà visibile ed invisibile ora si tratta di far vedere come la Chiesa collabora come soggetto nella storia a questo progetto trinitario di Gesù risorto.
La Chiesa è “cattolica” “kata holè” “secondo il tutto” in quanto partecipe di tutta la vita trinitaria e gloriosa di Gesù abbraccia tutta la storia umana, è in relazione profonda con ogni popolo, ogni religione, ogni persona umana ed è in grado di coinvolgere tutta la persona umana nella vita divina grazie alla Parola e la sua vita sacramentale. Come attuare questo progetto bellissimo di vita sempre completamente nuova?
Prima chiarisce il suo programma politico:
“Ha per condizione la dignità e la libertà dei figli di Dio, nel cuore dei quali dimora lo Spirito Santo come in un tempio.
Ha per legge il nuovo precetto di amare come lo stesso Cristo ci ha amati (cfr. Gv 13,34).
E finalmente, ha per fine il regno di Dio, incominciato in terra dallo stesso Dio, e che deve essere ulteriormente dilatato, finché alla fine dei secoli sia da lui portato a compimento, quando comparirà Cristo, vita nostra (cfr. Col 3,4) e « anche le stesse creature saranno liberate dalla schiavitù della corruzione per partecipare alla gloriosa libertà dei figli di Dio » (Rm 8,21).” ( Lumen Gentium 9)
Quanto il Concilio afferma in questo capitolo vale per tutta la Chiesa dal papa fino al neonato appena battezzato.
E’ l’immersione nella Trinità la caratteristica centrale della Chiesa che unisce ed arricchisce tutti i cristiani in modo splendido. La forza arricchente ed unificante del battesimo funzionerà nella misura in cui del battesimo si avrà una ricca, gioiosa consapevolezza.
Questa consapevolizzazione può solo avvenire con una maggiore familiarizzazione con ciò che la Chiesa è.
Nella misura in cui troviamo tutte le caratteristiche della Chiesa a casa nostra ci possono diventare familiari: ecco il trucco di Lumen Gentium n. 12: la famiglia cristiana è Chiesa domestica: Chiesa “a casa nostra”.
Paradossalmente la coppia odierna è particolarmente predisposta ad essere questo luogo originale della nuova qualità di vita che la Gesù dona alla Chiesa:
A) “dignità e la libertà dei figli di Dio”: uomo e donna per la prima volta nella storia umana sono veramente liberi a scegliersi e rimanere insieme e hanno una particolare sensibilità della loro dignità reciproca e dei loro figli.
B) “nel cuore dei quali dimora lo Spirito Santo come in un tempio”: E’ la tipica esperienza amorosa che fa dimorare l’altro dentro di me e me nell’altro. Si può capire meglio l’agire dello Spirito che mi dimora.
“Ha per legge il nuovo precetto di amare come lo stesso Cristo ci ha amati (cfr. Gv 13,34)”: matrimonio si celebrano oggi quasi solo per amore e durano solo se l’amore è coltivato.
E’ un compito specifico di ogni politica, di ogni governo elaborare e promulgare leggi che permettono la realizzazione e il progresso di un popolo.
Il popolo di Dio ha una legge molto particolare “amare come Cristo”. Amarsi è il motivo per cui due si sposano, rimangono insieme e danno la vita a nuove persone.
La famiglia come amore istituzionalizzato è molto predisposto a essere cellula vivente di un popolo fondato sull’amore.  
“Fine del Regno” = fine degli innamorati : non morire mai: il desiderio dei coniugi per se stessi e per i loro figli coincide con la sorte della Chiesa “anche le stesse creature saranno liberate dalla schiavitù della corruzione per partecipare alla gloriosa libertà dei figli di Dio”.

Progetto politico della Chiesa domestica:

Perciò il testo conciliare delinea il seguente progetto politico per la famiglia cristiana:
“E infine i coniugi cristiani, in virtù del sacramento del matrimonio, col quale significano e partecipano il mistero di unità e di fecondo amore che intercorre tra Cristo e la Chiesa (cfr. Ef 5,32), si aiutano a vicenda per raggiungere la santità nella vita coniugale; accettando ed educando la prole essi hanno così, nel loro stato di vita e nella loro funzione, il proprio dono in mezzo al popolo di Dio (cfr. 1 Cor 7,7).
Da questa missione, infatti, procede la famiglia, nella quale nascono i nuovi cittadini della società umana, i quali per la grazia dello Spirito Santo diventano col battesimo figli di Dio e perpetuano attraverso i secoli il suo popolo.
In questa che si potrebbe chiamare Chiesa domestica, i genitori devono essere per i loro figli i primi maestri della fede e secondare la vocazione propria di ognuno, quella sacra in modo speciale.” (Lg 11)
In che modo i coniugi stanno già attuando questo progetto nuziale conciliare?

Attuazione politica del progetto “Chiesa domestica” con il consenso nuziale-“cattolico”

Possiamo leggere il consenso matrimoniale come il testo costituzionale della famiglia e il suo programma politico che come ogni programma politico è fatto di promesse precise.
Il consenso nuziale è particolarmente “cattolico” (secondo il tutto) perché riguardo tutta la persona, tutta la vita e tutti i giorni della vita dei coniugi!
La vita sacramentale della Chiesa è la “partecipazione attiva, piena, consapevole” (Concilio Vaticano II, Costituzione sulla liturgia) alla vita gloriosa di Gesù risorto nella sua dimensione divina e umana.
Gli sposi perciò in quanto costituiti ministri di Gesù risorto crocifisso agiscono nella sua luce, forza, vita. Lo faranno sempre meglio nella misura in cui conoscono e amano Gesù risorto e capiscono come vivere di lui e collaborare con lui.
Sono proprio le parole del consenso che rivelano ed attuano questa partecipazione alla vita gloriosa di Gesù rendendo i due sposi ministri di Gesù risorto e “segno e partecipi della sua unione reciproca con la Chiesa” che diventa per loro il testo con il quale possono realizzare il bene comune della loro famiglia, la felicità attuale e perenne di ogni componente familiare progettato, realizzato e vissuto insieme.
Allo stesso momento le parole del consenso esprimono, significano e realizzano in modo mirabile la vita nuziale secondo il nuovo modello familiare basato sulla centralità dell’amore, sulla libertà e uguale dignità dei coniugi e l’esperienza del reciproco abitarsi:
“Io accolgo te come mia/o sposa/o. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.”
Essendo ogni azione sacramentale coinvolgimento nell’azione di Gesù risorto possiamo considerare il consenso un progetto politico a tre che si realizza a tre livelli:
Primo livello: L’io è Gesù risorto che dall’eternità dice a me: io ti accolgo con la mia grazia e ti sono fedele sempre nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e ti amo e ti onoro tutti i giorni della mia vita.
Secondo livello: perciò io posso dire a me stesso imitando e partecipando l’amore che Gesù ha per me: io mi accolgo in modo nuziale e prometto di essermi fedele sempre con la grazia di Cristo nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarmi e di onorarmi tutti i giorni della mia vita.
Terzo livello: ora sono pronto per sposare il mio sposo/a: “Io accolgo te come mia/o sposa/o. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.”
La cura consapevole di questo triplice livello d’amore conferisce continuità e crescita all’esperienza del fidanzamento (vocazione) e approfondisce e attua nel quotidiano il sacramento delle Nozze.
Conviene tenere conto che quando mi rivolgo al mio sposo, alla mio sposo quel “io accolgo” non sono solo “io” ma “io nell’io di Gesù risorto”: io accolgo te “con la grazia di Cristo glorioso-crocifisso”. E’ Gesù vivo che mi dona a te ed è Gesù vivo che dona te a me. Si tratta perciò di un’azione personalissima di Gesù risorto nei confronti dei due coniugi che si attua 24 ore su 24 fino alla morte di uno dei due coniugi. Questo dono reciproco dei coniugi che Gesù risorto attua ogni giorno è il fondamento, la quotidiana fonte di ispirazione, di promozione e la stessa fonte dell’innamoramento e dell’amore maturo della coppia.

Realizzazione del progetto politico “consenso nuziale”

Il Consenso coniugale viene realizzato ogni giorno dai tre partecipanti del consenso nuziale con modalità diverse: la fedeltà di Gesù risorto è il mio poter esistere, la sua partecipazione incondizionata e competente alla mia vita e il suo continuo donarmi al coniuge e il suo continuo donarmi il coniuge … e tante altre azioni …

Domande per la riflessione

Posso fare un elenco delle azioni con le quali ho realizzato la mia promessa matrimoniale nei confronti del mio coniuge?

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