Conversazione 13/12/2008 - cpfconsultoriosassari.it

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Conversazione 13/12/2008

Conversazioni 2008/2009

 

13 DICEMBRE 2008
COMUNITÀ DEGLI UOMINI - IL DISEGNO ORIGINALE DEL PADRE:
UN‘UNICA FAMIGLIA UMANA - 1° PARTE


Umanità come comunione di persone

“Il moltiplicarsi delle relazioni tra gli uomini costituisce uno degli aspetti più importanti del mondo di oggi, al cui sviluppo molto contribuisce il progresso tecnico contemporaneo. Tuttavia il fraterno dialogo tra gli uomini non trova il suo compimento in tale progresso, ma più profondamente nella comunità delle persone, e questa esige un reciproco rispetto della loro piena dignità spirituale.” (GS23)
Sperimentiamo ogni giorno “il moltiplicarsi delle relazioni “con persone nuove, con cose nuove o con eventi nuovi causati in modo particolare attraverso la telecomunicazione digitale Ma non è la sofisticatezza del cellulare o del computer che migliora la qualità delle relazioni tra le persone. Anzi il loro uso retto e liberante ha come premessa una profonda consapevolezza ed esperienza di che cosa voglia dire “comunità di persone” per poter orientare e dosare gli strumenti di comunicazione al servizio dello sviluppo della persona.
Il matrimonio e la famiglia sono essenzialmente comunione di persone che fondano le loro relazioni su un unico fondamento: l’amore verso le loro persone, la stima e la promozione delle loro dignità reciproche. Conviene perciò rendersi consapevoli che le azioni quotidiane della vita della coppia e della famiglia sono realmente azioni d’amore al servizio delle persone coinvolte nella vita nuziale e familiare.
A questo riguardo si può notare una superficialità spaventosa molto diffusa tra coniugi e genitori. Considerano raramente la preziosità delle loro azioni e parole quotidiane come manifestazioni e realizzazioni arricchenti delle loro persone.
Anzi compiono spesso in modo meccanico e distratto le azioni più fondanti per le persone umane. Urge perciò una rinnovata consapevolezza della preziosità delle azioni più centrali della vita coniugale e familiare: il dialogo costante tra i coniugi, il colloquio con i figli, la programmazione coniugale, la memoria degli eventi vissuti, la collaborazione nella cura e manutenzione della casa, la costruzione consapevole della giornata e della settimana come realizzazione della centralità della comunione delle persone che compongono la famiglia.
Accenno solo ad alcuni aspetti concreti di azioni fondanti: La preziosità di ogni ora lavorativa che fa esistere la famiglia intera; la meraviglia dei soldi colta in relazione a ciò che si può acquistare attraverso di essi; le azioni genitoriali come vestire i figli, darli da mangiare, lavarli, pulirli, insegnarli a camminare, a parlare, a pensare, a mangiare, a vestirsi, a lavarsi, a percepire i valori che gli permettono di crescere e senza i quali la loro vita umana sarebbe impossibile.
E’ la famiglia il luogo originale dove si può apprendere il sapore e la luce di modalità di dialogo e di comportamento che evidenziano la dignità delle persone e contribuiscono alla loro realizzazione.
“La Rivelazione cristiana dà grande aiuto alla promozione di questa comunione tra persone; nello stesso tempo ci guida ad un approfondimento delle leggi che regolano la vita sociale, scritte dal Creatore nella natura spirituale e morale dell’uomo“.(GS23)
Intercorre una profonda corrispondenza tra ciò che Dio rivela nelle Sacre Scritture riguardo alla realizzazione della persona umana delle sue relazioni e quanto lui stesso ha messo come inclinazioni naturali verso la verità e la felicità nel cuore umano, La Chiesa attinge la sua sapienza sociale da tutte e due le fonti: sia dalla rivelazione sia dalla “natura spirituale e morale dell’uomo.”

L’indole comunitaria dell’umana vocazione nel piano di Dio.

“Iddio, che ha cura paterna di tutti, ha voluto che tutti gli uomini formassero una sola famiglia e si trattassero tra loro come fratelli. Tutti, infatti, creati ad immagine dì Dio «che da un solo uomo ha prodotto l’intero genere umano affinché popolasse tutta la terra» (At17,26), sono chiamati al medesimo fine, che è Dio stesso.
Perciò l‘amor di Dio e del prossimo è il primo e più grande comandamento. La sacra Scrittura, da parte sua, insegna che I ‘amor di Dio non può essere disgiunto dall’amor del prossimo, «e tutti gli altri precetti sono compendiati in questa frase: amerai il prossimo tuo come te stessa La pienezza perciò della legge è l’amore» (Rm13,9); (1Gv4,20).”
Qui siamo di nuovo di fronte al nucleo geniale, rivoluzionario e vivificante del documento conciliare: “Iddio, che ha cura paterna di tutti, ha voluto che tutti gli uomini formassero una sola famiglia e si trattassero tra loro come fratelli”.
Qui aggiunge un altro motivo straordinario per questa concezione familiare dell’umanità: proveniamo tutti da “un solo uomo”.
In realtà proveniamo da una sola coppia. L’umanità intera secondo la visione biblica deriva da un’unica coppia genitoriale che istaura un legame di parentela storica tra tutti gli uomini.
Siamo realmente tutti parenti.
Andando indietro nella storia prima o dopo scopriamo che abbiamo in comune gli stessi antenati fino ad arrivare alla coppia che sono i bisbis… nonni di ciascuno di noi. Per una consapevolezza familiare planetaria e storica (!!) questa verità rivelata è di fondamentale importanza. Siamo fratelli davvero.
Anzi potremmo dire per poter essere veramente essere umani dobbiamo imparare ad estendere la nostra percezione familiare a tutti i popoli.
Una concezione troppo intimistica della famiglia e direi anche svalorizzante impedisce però questa traslazione della percezione fraterna dei propri familiari alle “persone di fuori” (espressione molto eloquente!).
Proprio qui il nostro documento ha un molo centrale! Ci invita a imparare a vedere i nostri legami familiari alla luce dell’umanità come famiglia.
L’universalizzazione dei valori familiari che il documento Gaudium et Spes propone ha un effetto mirabilmente illuminante per i rapporti familiari quotidiani.
Elevando e indicando il modello famiglia come modello di convivenza per ogni popolo, per tutta l’umanità e per tutta la Chiesa riconosce alla realtà famiglia, alle persone, alle relazioni e alle azioni che la compongono un valore fondante e realizzante straordinario per ogni popolo, per l’umanità intera e per la Chiesa intera.
Ma solo se coloro che compongono le famiglie riconoscono a se stessi, alle loro relazioni e alle loro azioni questo valore così centrale e universale per l’umanità e la Chiesa si potrà realizzare il progetto umanità e Chiesa come famiglia che ci propone Dio attraverso la nostra natura, la sua Rivelazione e questo documento conciliare.
E’ l’elemento costitutivo della famiglia che rende la stessa famiglia capace e competente ad offrire a tutta l’umanità e a tutta la Chiesa la modalità migliore di realizzazione di se stessi: L’amore.
Solo per amore si diventa coniuge. Solo per amore si generano figli. Solo per amore si educano figli. Così l’amore si rivela la relazione costitutiva per famiglia, umanità e Chiesa.
Dio nella sua rivelazione conferma abbondantemente questo fatto che trova nell’innamoramento, quale fondamento naturale di ogni matrimonio-famiglia, vissuto e subito in tutti i popoli e in tutti momenti della storia la sua eloquente espressione e conferma.
Di nuovo se i coniugi-genitori non hanno la consapevolezza del valore universale e fondante del loro amore e non lo coltivano di conseguenza con tutta la forza della loro intelligenza e volontà fanno ritardare la realizzazione del progetto divino “umanità-famiglia”.
“È evidente che ciò è di grande importanza per degli uomini sempre più dipendenti gli unì dagli altri e per un mondo che va sempre più verso l’unificazione.“(GS 24)
La relazione coniugale-familiare onnipresente diventa così luce e norma per l’unificazione dell’umanità. Quanto più l’umanità si unifica tanto più attuale diventa capire come applicare su tutti i livelli sociali quelle relazione che fanno nascere e crescere una persona umana: le relazioni nuziali e familiari.
“Anzi, il Signore Gesù, quando prega il Padre perché «tutti siano una cosa sola, come Io e tu siamo una cosa sola» (Gv17,21), aprendoci prospettive inaccessibili alla ragione umana, ci ha suggerito una certa similitudine tra l’unione delle Persone divine e l’unione dei figli di Dio nella verità e nell’amore. “(GS24)
In queste parole è espresso in modo straordinario il perché l’umanità si muove verso una sempre maggiore unità. Realizza così la sua somiglianza con la sua origine divina: la felicissima Trinità.
Dio è unione di Persone perciò l’umanità creata a sua somiglianza si può solo realizzare come comunione di persone. La coppia, immagine primordiale della comunione trinitaria, si manifesta cosi mediatrice per eccellenza per la realizzazione di questa somiglianza divina che sempre di più caratterizza la comunità umana planetaria e che siamo abituati a chiamare “globalizzazione”.
“Questa similitudine manifesta che l’uomo, il quale in terra è la sola creatura che Iddio abbia voluto per se stesso, non possa ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sé. “(GS 24)
La coppia si rivela doppiamente immagine della Trinità: come Lei vuole le persone che la compongono per se stesse: i coniugi e i figli.
In nessun altra istituzione la centralità dell’essere voluto per me stesso si attua più forte e più quotidiano che nella coppia-famiglia.
E simile come nella Beata Trinità questo volersi per se stessi si attua nel dono di se stessi sia tra i coniugi sia da parte dei coniugi verso i loro figli Di nuovo conviene che i coniugi si aggiornino a questo significato originale dei loro gesti nuziali e genitoriali e ne gioiscano nel quotidiano in quanto nella stessa azione del donarsi rivelano la vita trinitaria nella loro famiglia e realizzano la vera natura dell’umanità intera.

Interdipendenza della persona e della umana società.

“Dal carattere sociale dell’uomo appare evidente come il perfezionamento della persona umana e lo sviluppo della stessa società siano tra loro interdipendenti. (CS 25)
In questa frase si prepara la comprensione del principio centrale e luminoso della sapienza sociale della Chiesa, del suo progetto di civiltà ispirata alla rivelazione di Gesù.
Nell’educazione dei bambini si può riconoscere nel modo più evidente il “carattere sociale dell’uomo”. Senza relazione con i genitori la persona umana “neonato o bambino” non potrebbe né esistere né svilupparsi.
Questa verità rimane fondante per l’essere umano su tutti i livelli della sua persona in tutte le fasi della sua vita anche se sotto modalità diverse.
Infatti il testo conciliare continua: “E’ quanto avviene già nella società familiare: uno cresce o decresce grazie agli altri membri della famiglia. “(GS 25) Nella famiglia facciamo drammaticamente o felicemente esperienza di questa interdipendenza tra il perfezionamento, la realizzazione delle nostre persone e la relazione con gli altri membri della nostra famiglia.
E’ questa interdipendenza tra relazione personale e relazione con le altre persone che rende la famiglia la luce centrale per ogni tipo di convivenza umana, Chiesa e società comprese. Perciò è alla sua luce si comprende il principio d’oro della saggezza sociale della Chiesa espressa con queste parole:
Infatti, io persona umana, che di natura sua ha assolutamente bisogno d’una vita sociale, è e deve essere principio, soggetto e fine di nette le istituzioni sociali.” (GS25)
In questa frase il Concilio dichiara l’esperienza nuziale-familiare paradigma, principio-guida, di tutta la vita sociale e di ogni istituzione sociale perché è proprio nella coppia-famiglia che la persona umana della moglie, del marito, di ogni figlio è il principio, il soggetto e il fine di tutta la famiglia.
Tutti i conflitti coniugali e generazionali all’interno della famiglia sono la prova lampante di quanto ogni membro della famiglia deve esserne principio, soggetto e fine. Appena un membro della famiglia viola questa verità e si serve o trascura anche un solo membro della famiglia mette a rischio l’armonia di tutta la famiglia.
Per poter realizzare questo modo di concepire ogni (!) istituzione sociale bisogna capire bene come si realizza all’interno della famiglia l’essere “principio, soggetto e fine” di ogni membro della famiglia. In che senso ogni membro della famiglia ne può e deve essere il principio?

Ogni persona è principio della sua famiglia.
“Principio” significa sia l’inizio di una realtà sia la fonte vivificante e costante di questa realtà.
Nella famiglia la persona dello sposo e della sposa insieme al desiderio delle persone dei figli futuri costituiscono l’unico fondamento del matrimonio.
Se si dovesse scoprire che uno degli sposi abbia scelto l’altro per i suoi soldi, perché costretto o per qualsiasi altro motivo estraneo alle due persone oppure non volesse figli il matrimonio è “nullo”, vale a dire non è in grado di realizzarsi.
Tutte le condizioni canoniche per la valida celebrazione del matrimonio hanno questa verità come fondamento: bisogna scegliere liberamente la persona dell’altro e i figli per se stessi!!!
Purtroppo la bellezza mirabile di queste espressioni che trasformano l’amore nuziale e familiare in termini giuridici si sfugge e perciò non ci aiutano ad interpretare rettamente la centralità delle nostre persone per la vita della coppia e della famiglia.
Da questa necessità canonica e esperienziale, il primato dell’amore che evidenza la centralità delle persone coinvolte, nasce il secondo aspetto centrale della persona come principio fondante per ogni giorno della vita coniugale e familiare.
La riuscita di ogni matrimonio-famiglia dipende dalla realizzazione di questo principio. Tutte le azioni e relazioni quotidiane della coppia e della famiglia possono e devono sorgere dalla loro relazione con le persone che costituiscono la famiglia.
Vado al lavoro per amore di me stessa/o, del coniuge e dei figli. Mi lavo per non procurare fastidio alla mia persona e a nessun’ altro membro della mia famiglia. Cucino non perché è mezzogiorno ma perché così faccio esistere me stesso/a e le persone della mia famiglia.
La vita familiare ha un bisogno estremo di riscoprire la persona propria, del coniuge e dei figli come fonte e principio di tutte le azioni e relazioni familiari.

Ogni persona è soggetto della propria famiglia.
Un soggetto è caratterizzato dalla sua capacità di intelligenza e di volontà che lo rendono in grado di essere padrone di se stessa e della propria vita quale creativo interprete, progettatore e realizzatore della sua esistenza.
Ogni membro della famiglia è invitato dal testo conciliare di verificare quanto concepisce se stesso come interprete intelligente e amoroso della propria vita e quanto ne desidera e promuove la progettazione e la realizzazione.
Di nuovo stupisce il fatto quanto ogni azione e relazione coniugali-familiari per loro natura sono azioni e relazioni che implicano l’interpretazione, la progettazione e la realizzazione della vita delle persone coinvolte nella vita della famiglia.
Come la moglie concepisce, progetta e realizza la propria idea, percezione di persona e di vita influisce profondamente su come il marito e i figli interpretano, progettano e realizzano la loro vita, cioè su come sono soggetti della famiglia e viceversa.
E’ proprio la famiglia il luogo originale dove ogni persona umana è chiamata a diventare soggetto della sua vita, vale a dire interprete intelligente e libero, progettatore e realizzatore della sua vita. Se ogni membro secondo il proprio ruolo nella famiglia desidera se stesso e gli altri soggetti della famiglia, si contribuisce enormemente alla realizzazione del progetto divino “persona umana”.
La realizzazione di questa promozione dei soggetti familiari implica molto amore, intelligenza e dialogo per potersi aiutare reciprocamente a interpretare, progettare e realizzare la propria persona in sintonia con la fase attuale della propria vita.

Ogni persona è fine di tutta la famiglia.
Il fine di una realtà è la sua specifica realizzazione. Il fine di un coltello è tagliare. Così il fine di ogni famiglia sono le persone che la compongono. Perciò una famiglia realizzata è una famiglia nella quale le persone che la compongono si possono realizzare liberamente secondo la loro indole personale.
La famiglia è proprio quella istituzione dove la persona umana si realizza nel senso più totalizzante e concreto ma sotto modalità spesso molto diverse.
I coniugi si realizzano nella misura in cui si donano in modo reciproco senza derubarsi l’uno dell’altro e senza sottrarsi l’uno all’altro costruendo una comunione quotidiana nella quale nel dono reciproco rivelano sia la propria persona al coniuge sia la stessa persona del coniuge allo stesso coniuge completando e correggendo così la graduale realizzazione delle proprie persone iniziata nella propria famiglia d’origine.
In relazione ai figli la loro realizzazione avviene in un modo sempre più crescente che ha inizio con il concepimento, allattamento, e la trasmissione delle capacità fisiche elementare fino alla promozione, il consiglio e anche dissenso in rapporto al figlio adulto.
Così la famiglia, quale rete di relazioni ed azioni dove la persona ne è fondamento, soggetto e fine, sì rivela la chiave di interpretazione, progettazione e realizzazione di ogni società, di ogni istituzione sociale!

Per la riflessione:
Quanto influisce I‘esistenza dei nostri progenitori Adamo ed Eva sulla mia concezione di umanità?
In che modo sperimento l’umore come atteggiamento quotidiano fondante e appagante?
Oso credere che la comunione di persone che è la nostra famiglia sia immagine della comunione delle Persone divine?
Posso descrivere delle azioni quotidiane dove percepisco la mia persona e la persona dei membri della mia famiglia come principio o soggetto o fine delle mie azioni e relazioni?


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