Conversazione 14/03/2015 - cpfconsultoriosassari.it

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Conversazione 14/03/2015

Conversazioni 2014/2015

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14 marzo 2015

“IO SONO GAUDIUM ET SPES” (GIOVANNI PAOLO II SULLA FAMIGLIA)

LA DIGNITÀ ATTUALE DELLA FAMIGLIA UMANA - CATECHESI SU GAUDIUM ET SPES  


  L'incontro è preceduto da una riflessione di Sergio e di Luisa Solinas 




Verso una costruzione di una consapevolezza personale e familiare dei sensi umani e cristiani del lavoro.

Ci troviamo oggi da poco (!) in una società del benessere, della cultura, della libertà, dei sensi, della soggettività, della democrazia, della vicinanza digitale, dell’amore di massa
Ogni genitivo è di massa, vale a dire riguarda tutti in modo esistenziale e appella ognuno a dare una risposta personale e di fatto la dà .. a proprio favore e o sfavore.
Questa condizione nuova dell’Europa e dei paesi del benessere con implicazioni mondiali richiede l’arricchimento di senso di ogni sfera della nostra vita personale, familiare, ecclesiale e civile. La lotta per la sopravvivenza e per la liberazione da vari tipi di oppressione che ha caratterizzato i secoli precedenti ora è sostituto dal dover cercare i significati di una vita liberata che si manifesta per la prima volta nella storia umana in modo così ricca e così piena di possibilità di realizzazione. Ma le società che hanno lottato e lavorato per la liberazione da ogni tipo di oppressione non potevano né prevedere come si manifestasse una vita umana liberata in massa né capire in anticipo come realizzare questo tipo di vita liberata!!!
Gaudium et spes propone una risposta molto bella a come realizzare la vita di benessere e di libertà di massa: attraverso la scoperta dei livelli di significati umani e cristiani di ogni aspetto della vita attuale per potersi realizzare personalmente e in comunione con i fratelli e sorelle del nostro pianeta nella nuova condizione di massa del benessere, della cultura, della libertà, del lavoro altamente qualificato, della soggettività …
 
“Di fronte a questo immenso sforzo, che ormai pervade tutto il genere umano, molti interrogativi sorgono tra gli uomini: qual è il senso e il valore della attività umana?
Come vanno usate queste realtà? A quale scopo tendono gli sforzi sia individuali che collettivi?” (GS 33)
“La Chiesa, …desidera unire la luce della Rivelazione alla competenza di tutti allo scopo di illuminare la strada sulla quale si è messa da poco l'umanità.” (GS 33)
 
A) I NUOVI SIGNIFICATI DELL'ATTIVITÀ UMANA
 
1) “Col suo lavoro e col suo ingegno l'uomo ha cercato sempre di sviluppare la propria vita; ma oggi, specialmente con l'aiuto della scienza e della tecnica, ha dilatato e continuamente dilata il suo dominio su quasi tutta la natura e, grazie soprattutto alla moltiplicazione di mezzi di scambio tra le nazioni, la famiglia umana a poco a poco è venuta a riconoscersi e a costituirsi come una comunità unitaria nel mondo intero.”(GS 33)
 
2) “L'attività umana come deriva dall'uomo così è ordinata all'uomo.” (GS 35)
 
3)  “L'uomo, infatti, quando lavora, non trasforma soltanto le cose e la società, ma perfeziona se stesso.
Apprende molte cose, sviluppa le sue facoltà, esce da sé e si supera.
Tale sviluppo, se è ben compreso, vale più delle ricchezze esteriori che si possono accumulare. L'uomo vale più per quello che " è " che per quello che "ha".” (GS 35)
 
4) “Parimenti tutto ciò che gli uomini compiono allo scopo di conseguire una maggiore giustizia, una più estesa fraternità e un ordine più umano dei rapporti sociali, ha più valore dei progressi in campo tecnico. Questi, infatti, possono fornire, per così dire, la base materiale della promozione umana, ma da soli non valgono in nessun modo a realizzarla.” (GS 35)
 
Per la riflessione personale: Posso descrivere tre aspetti positivi e tre aspetti negativi del mio lavoro? Posso elencare tre aspetti positivi del lavoro del mio coniuge?
Posso descrivere come il mio coniuge in quanto lavoratore si percepisce guardato e giudicato da me stesso?

B) I SIGNIFICATI CRISTIANI DEL LAVORO
 
I) Il lavoro come attuazione dell’essere a immagine di Dio e collaborazione con Dio stesso
 
1)  “Per i credenti una cosa è certa: considerata in se stessa, l'attività umana individuale e collettiva, ossia quell'ingente sforzo col quale gli uomini nel corso dei secoli cercano di migliorare le proprie condizioni di vita, corrisponde alle intenzioni di Dio.
L'uomo infatti, creato ad immagine di Dio, ha ricevuto il comando di sottomettere a sé la terra con tutto quanto essa contiene, e di governare il mondo nella giustizia e nella santità, e cosi pure di riferire a Dio il proprio essere e l'universo intero, riconoscendo in lui il Creatore di tutte le cose; in modo che, nella subordinazione di tutta la realtà all'uomo, sia glorificato il nome di Dio su tutta la terra. Ciò vale anche per gli ordinari lavori quotidiani.” (GS 34)
 
2) “Gli uomini e le donne, infatti, che per procurarsi il sostentamento per sé e per la famiglia esercitano il proprio lavoro in modo tale da prestare anche conveniente servizio alla società, possono a buon diritto ritenere che con il loro lavoro essi prolungano l'opera del Creatore, si rendono utili ai propri fratelli e donano un contributo personale alla realizzazione del piano provvidenziale di Dio nella storia.” (GS 34)
 
3) “I cristiani, dunque, non si sognano nemmeno di contrapporre i prodotti dell'ingegno e del coraggio dell'uomo alla potenza di Dio, quasi che la creatura razionale sia rivale del Creatore; al contrario, sono persuasi piuttosto che le vittorie dell'umanità sono segno della grandezza di Dio e frutto del suo ineffabile disegno.” (GS 34)
 
4) “Ma quanto più cresce la potenza degli uomini, tanto più si estende e si allarga la loro responsabilità, sia individuale che collettiva.” (GS 34)
 
5) Da ciò si vede come il messaggio cristiano, lungi dal distogliere gli uomini dal compito di edificare il mondo o dall'incitarli a disinteressarsi del bene dei propri simili, li impegna piuttosto a tutto ciò con un obbligo ancora più pressante.” (GS 34)
 
6) Pertanto questa è la norma dell'attività umana: che secondo il disegno di Dio e la sua volontà essa corrisponda al vero bene dell'umanità, e che permetta all'uomo, considerato come individuo o come membro della società, di coltivare e di attuare la sua integrale vocazione” (GS 35)
 
Per la riflessione personale: Come mi immagino che Dio vede il mio lavoro? Come vivo il mio lavoro in relazione a Dio? Come parliamo in coppia o in famiglia della relazione che Dio ha con il nostro lavoro e il nostro lavoro con Dio?
 
II) Sintonia tra lavoro, scienza e tecnologia
 
1) “Autonomia delle realtà terrene. Infatti è dalla stessa loro condizione di creature che le cose tutte ricevono la loro propria consistenza, verità, bontà, le loro leggi proprie e il loro ordine; e tutto ciò l'uomo è tenuto a rispettare, riconoscendo le esigenze di metodo proprie di ogni singola scienza o tecnica. Perciò la ricerca metodica di ogni disciplina, se procede in maniera veramente scientifica e secondo le norme morali, non sarà mai in reale contrasto con la fede, perché le realtà profane e le realtà della fede hanno origine dal medesimo Dio.” (GS 36)
 
2) “Anzi, chi si sforza con umiltà e con perseveranza di scandagliare i segreti della realtà, anche senza prenderne coscienza, viene come condotto dalla mano di Dio, il quale, mantenendo in esistenza tutte le cose, fa che siano quello che sono (facit ut sint id quod sunt).” (GS 36)
 
3) “A questo proposito ci sia concesso di deplorare certi atteggiamenti mentali, che talvolta non sono mancati nemmeno tra i cristiani, derivati dal non avere sufficientemente percepito la legittima autonomia della scienza, suscitando contese e controversie, essi trascinarono molti spiriti fino al punto da ritenere che scienza e fede si oppongano tra loro.” (GS 36)
 
Per es.: “Io Galileo, … sono stato giudicato veemente sospetto di eresia, cioè d’aver tenuto e creduto che il Sole sia al centro del mondo e immobile e che la Terra non sia centro e che si muova. … maledico e detesto li suddetti errori e eresie.”[1] 
Questa ai nostri occhi assurda abiura della verità scientifica del eliocentrismo del 22 giugno 1631 da parte del padre della scienza moderna fa vedere quanto era e sarà distante tra loro la visione ecclesiastica del mondo e la visione scientifica del mondo. Così’ la Chiesa cattolica per un millennio promotrice della cultura e del progresso in Europa e nel mondo dal seicento in poi veniva percepita come una delle forze più conservatrici chiuse allo sviluppo delle società e della scienze.

Per la riflessione: Come percepisco la scienza e la tecnologia nella mia vita quotidiana? Quali sono gli aspetti scientifici o tecnologici del mio lavoro? Come parliamo in coppia o in famiglia della scienza e della tecnologia e che uso ne facciamo?

III) L’ambiguità del lavoro
 
1)  “La sacra Scrittura, però, con cui si accorda l'esperienza dei secoli, insegna agli uomini che il progresso umano, che pure è un grande bene dell'uomo, porta con sé una seria tentazione.
Infatti, sconvolto l'ordine dei valori e mescolando il male col bene, gli individui e i gruppi guardano solamente agli interessi propri e non a quelli degli altri; cosi il mondo cessa di essere il campo di una genuina fraternità, mentre invece l'aumento della potenza umana minaccia di distruggere ormai lo stesso genere umano.” (GS 37)
 
2) “Se dunque ci si chiede come può essere vinta tale miserevole situazione, i cristiani per risposta affermano che tutte le attività umane, che son messe in pericolo quotidianamente dalla superbia e dall'amore disordinato di se stessi, devono venir purificate e rese perfette per mezzo della croce e della risurrezione di Cristo.
Redento da Cristo e diventato nuova creatura nello Spirito Santo, l'uomo, infatti, può e deve amare anche le cose che Dio ha creato.
 
3) Da Dio le riceve: le vede come uscire dalle sue mani e le rispetta.
Di esse ringrazia il divino benefattore e, usando e godendo delle creature in spirito di povertà e di libertà, viene introdotto nel vero possesso del mondo, come qualcuno che non ha niente e che possiede tutto: "Tutto, infatti, è vostro: ma voi siete di Cristo e il Cristo è di Dio " (1Cor3,22).” (GS 37)
 
Per la riflessione: Quali sono gli aspetti pericolosi del mio lavoro, per me stesso, per la nostra vita di coppia e di famiglia? Posso farne un elenco? Come ne parliamo in coppia? Quali rimedi scegliamo per evitare che la negatività del lavoro metta a rischio la bontà della nostra vita personale e familiare?
 
IV) Gesù e il lavoro
 
1) “Il Verbo di Dio, per mezzo del quale tutto è stato creato, fattosi carne lui stesso e venuto ad abitare sulla terra degli uomini, entrò nella storia del mondo come uomo perfetto, assumendo questa e ricapitolandola in sé. Egli ci rivela " che Dio è carità " (1Gv4,8) e insieme ci insegna che la legge fondamentale della umana perfezione, e perciò anche della trasformazione del mondo, è il nuovo comandamento dell'amore .
 
2)… Con la sua risurrezione costituito Signore, egli, il Cristo cui è stato dato ogni potere in cielo e in terra, agisce ora nel cuore degli uomini con la virtù del suo Spirito; non solo suscita il desiderio del mondo futuro, ma con ciò stesso ispira anche, purifica e fortifica quei generosi propositi con i quali la famiglia degli uomini cerca di rendere più umana la propria vita e di sottomettere a questo fine tutta la terra.” (GS 38)
 
3) “Un pegno di questa speranza e un alimento per il cammino il Signore lo ha lasciato ai suoi in quel sacramento della fede nel quale degli elementi naturali coltivati dall'uomo vengono trasmutati nel Corpo e nel Sangue glorioso di lui, in un banchetto di comunione fraterna che è pregustazione del convito del cielo.” (GS 38)
 
Per la riflessione: In che modo la persona di Gesù può aiutarmi a valorizzare il mio lavoro, a coglierne i significati e a motivarmi a impegnarmi di più? Secondo me Gesù risorto agisce nella nostra società? Posso fare esempi per la sua azione nel mondo contemporaneo? Se non vedo segni del suo agire perché?
 
V) Il futuro definitivo del lavoro
  
1) “Ignoriamo il tempo in cui avranno fine la terra e l'umanità e non sappiamo in che modo sarà trasformato l'universo. Passa certamente l'aspetto di questo mondo, deformato dal peccato. Sappiamo però dalla Rivelazione che Dio prepara una nuova abitazione e una terra nuova, in cui abita la giustizia , e la cui felicità sazierà sovrabbondantemente tutti i desideri di pace che salgono nel cuore degli uomini .(GS 39)
 
2) “Certo, siamo avvertiti che niente giova all'uomo se guadagna il mondo intero ma perde se stesso. Tuttavia l'attesa di una terra nuova non deve indebolire, bensì piuttosto stimolare la sollecitudine nel lavoro relativo alla terra presente, dove cresce quel corpo della umanità nuova che già riesce ad offrire una certa prefigurazione, che adombra il mondo nuovo.” (GS 39)
 
3) “Pertanto, benché si debba accuratamente distinguere il progresso terreno dallo sviluppo del regno di Cristo, tuttavia, tale progresso, nella misura in cui può contribuire a meglio ordinare l'umana società, è di grande importanza per il regno di Dio. Ed infatti quei valori, quali la dignità dell'uomo, la comunione fraterna e la libertà, e cioè tutti i buoni frutti della natura e della nostra operosità, dopo che li avremo diffusi sulla terra nello Spirito del Signore e secondo il suo precetto, li ritroveremo poi di nuovo, ma purificati da ogni macchia, illuminati e trasfigurati, allorquando il Cristo rimetterà al Padre " il regno eterno ed universale: che è regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace ".” (GS 39)
 
Per la riflessione personale: Come immagino la vita dopo la morte? In che modo vedo la società attuale, il mio lavoro personale e di coppia in relazione con i cieli nuovi e la terra nuova? Posso descrivere le caratteristiche della mia memoria del futuro? Come parliamo in coppia e in famiglia della vita dopo la morte (tema amatissimo di molti bambini)? 


[1] Zoffoli, Enrico, Galileo, Edizioni Studi Domenicano, Bologna, 1990, 86.

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