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Conversazione 19/10/2013

Conversazioni 2013/2014

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19 ottobre 2013

LA CHIESA - CASA NOSTRA “LUMEN GENTIUM” COME TESTO POLITICO?
"A Tavola Con La Trinità"



Il documento conciliare Lumen Gentium presenta la famiglia cristiana come “Chiesa domestica” come Chiesa  a casa nostra. Tenteremo a vedere il testo “Lumen Gentium” in questa luce sostituendo ogni volta che si parla nel testo di “Chiesa” con l’espressione “Chiesa a casa nostra”, cioè la nostra famiglia. Vediamo che effetto fa. Come arricchisce la Chiesa casa nostra e quanto la Chiesa può essere casa nostra?
L’ottica di questa rivisitazione del testo conciliare con il testo “famiglia” e viceversa sarà particolare: ci interessa non solo che visione di Chiesa e famiglia i testi conciliari ci donano grazie a questa reciproca illuminazione ma come si realizza di fatto nella famiglia e nella Chiesa quanto i testi rivelano e descrivono. Il nostro punto di vista rimane comunque prettamente famigliare: Che cosa può una famiglia contribuire alla realizzazione della Chiesa in senso conciliare e come contribuisce la Chiesa alla realizzazione della vita familiare?


I testi conciliari come documento "politico"

Secondo Peter Hünermann, un teologo che si occupa molto dell’interpretazione dei testi conciliari , si potrebbe considerare i testi conciliari come “un testo costituzionale” , vale a dire politico nel senso originale della parola. Politico vuole dire che più persone collaborano per la realizzazione di un bene comune.
Siccome il Concilio non vuole essere un semplice esercizio di interpretazione ma si pone come scopo di presentare la Chiesa in Cristo efficace “sacramento, ossia il segno e lo strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” si tratta di una sfida politica molto grande se con politica si intende l’elaborazione e l’attuazione di un progetto di vita, di comunione tra molte persone, con molte persone e grazie a molte persone che si ispira a una certa interpretazione della realtà, della convivenza umana e della storia.

In questo senso Lumen Gentium è un testo eminentemente politico perché vuole aiutare a costruire comunione. Questo progetto lo vuole realizzare in modo comunitario.
Il Concilio riconosce la famiglia cristiana come cellula essenziale nella quale avviene questo pensare, immaginare, dire, agire e realizzare politico del bene comune affidato da Cristo alla Chiesa, la costruzione di questa comunione universale tra Dio e l’umanità e tra tutte gli uomini. L’universalità di questo progetto e il contenuto qualitativamente altissimo richiede una capacità politica del tutto particolare che sembra mancare ai vari livelli in cui avviene l’interpretazione e la conseguente attuazione di questo progetto di comunione ecclesiale.
Considerare la famiglia “Chiesa domestica” significa perciò considerare la famiglia come comunità politica, come soggetto politico che si impegna a riconoscere il suo bene comune più proprio e si impegna a riconoscere e a imparare le modalità di realizzazione di questo bene comune.


Famiglia come comunità politica

Politica nasce ovunque almeno due persone vogliono o devono realizzare qualcosa insieme.
Perciò ogni matrimonio e famiglia per sua natura è una comunità politica perché ogni giorno la coppia è costretta a fare qualcosa insieme o in due o con i figli, vale a dire scoprire, decidere e realizzare quanto è necessario per la realizzazione del bene comune coniugale quotidiano, settimanale e mensile.
Sono due persone che devono interpretare e decidere insieme come realizzare ogni giorno della loro vita coniugale e famigliare. Qualsiasi aspetto della vita coniugale e famigliare forma il campo di questa vita politica.
La coppia è perciò la comunità politica stabile più piccola e per le sue implicazioni per la vita ecclesiale e sociale la più potente in quanto dona i primi criteri di realizzazione della vita “politica” a ogni persona.
L’ultimo secolo ha profondamente cambiato la politica famigliare:
L’equiparazione tra uomo e donna ha dato una nuova forma all’esercizio della politica coniugale: è diventata radicalmente democratica e perciò problematica essendo il modello matrimoniale tradizionale di stampo piuttosto monarchico.
Quanto vale per la coppia si approfondisce e si arricchisce e si complica con la famiglia. La politica familiare a guida democratica sembra essere la sfida sociale del momento con una probabilità di riuscita di una media europea del 50 percento.

L’alto tasso di separazione e di divorzio testimonia in modo lampante l’incapacità politica dei coniugi cristiani e no.
A questa comunità politica la Chiesa affida il suo primo annuncio e la sua costruzione basilare. Auguri!
Fa meraviglia con quale sicurezza all’interno della Chiesa (gerarchia, vita consacrata e familiare) si snobba l’arte della politica. Perché abbiamo questi problemi democratici in famiglia, nella Chiesa e nella politica nazionale ed internazionale?


La vita democratica: prassi di vita umana giovanissima

Guardando la storia della democrazia in Europa scopriamo che ha neanche un secolo di vita: dal 1945 in poi!!!
L’arrivo alla vita democratica è costato milioni di morti: nell’ottocento a causa di tante rivoluzioni a favore sia della liberazione dal potere monarchico sia in favore dell’indipendenza dei popoli.
Nella prima metà del novecento il raggiungimento della vita democratica in Europa è stata realizzata a costo di due guerre mondiali.
L’altissimo prezzo della realizzazione della vita democratica evidenzia quanto è profonda l’aspirazione dei popoli e delle persone alla libera autodeterminazione e –realizzazione e allo stesso momento quanto è difficile la stessa vita democratica. Sia le nostre società sia le nostre famiglie hanno perciò pochissima esperienza e dimestichezza con la vita democratica. E’ un’esperienza nuova per l’umanità.
Dal punto di vista della storia della salvezza si tratta di un immenso progresso: permette di mettere in pratica in senso sempre più concreto l’essere a immagine di Dio di ogni uomo in quanto partecipe del governo su tutto il cosmo … in modo trinitario, vale a dire
con me e gli altri in me ed insieme a me e io insieme negli altri e con gli altri.
La vita democratica è una straordinaria realizzazione dell’essere a immagine della Trinità sia in quanto singola persona sia come comunione di persone.
Oggi segno dei tempi: il desiderio democratico cresce: primavera araba, movimenti politici, interesse per la politica … è pronto il momento che la famiglia come cellula della civiltà e della Chiesa cominci ad essere comunità politica consapevole e non solo passiva.


1) Il primo fine della politica coniugale-familiare-ecclesiale: l’unità.
L’unità coniugale e famigliare è per sua natura il fine e il movente costante della vita quotidiana della coppia e della famiglia, origine delle sue gioie più belle e delle sue liti e conflitti più frequenti e virulenti.

Si tratta di imparare personalmente comunitariamente a pensare, immaginare, sentire, parlare, decidere, realizzare, verificare e gioire in modo pericoretico (uno nell’altro).
Ogni coniuge e genitore è invitato a imparare a con-pensare, a con-immaginare, a con-sentire, a con – dire, a con-progettare, a con-decidere a congioire la vita del coniuge e dei figli.
In questo modo si costruisce una personale e comunitaria “memoria della famiglia” da arricchire ogni giorno e dalla quale attingere per costruire la vita familiare insieme.

Bene comune coniugale-familiare-ecclesiale dovrebbe coincidere con il disegno originale della Trinità sull’umanità:

"2. L’eterno Padre, con liberissimo e arcano disegno di sapienza e di bontà, creò l’universo; decise di elevare gli uomini alla partecipazione della sua vita divina." (LG 2)

La famiglia partecipe della vita trinitaria?

E’ possibile che la famiglia possa partecipare alla vita trinitaria? In primo luogo è “costretta” a vivere secondo i dinamismi trinitari. La famiglia è talmente a immagine della Trinità che in ogni istante del giorno “dipende” da Lei!!
Sia perché creata a immagine della Trinità sia perché fondata sull’amore i coniugi: i genitori e i figli tendono in continuazione a volersi ritrovare nelle parole, nelle azioni e nelle relazioni con gli altri componenti familiari.
In questo senso – otre alla sua onnipresenza - la Trinità è a tavola in ogni famiglia ed onnipresente per l’aspirazione continua dei membri famigliari di ritrovarsi in sintonia con gli altri, perciò si gioisce e si litiga cosi tanto in famiglia.
Inoltre abbiamo esempi storici molto forte di come la Trinità vive in famiglia: la vocazione storica di Israele inizia con famiglie: Abramo, Sara e discendenti. La Trinità stessa si scegli una famiglia per l’incarnazione di Gesù! Nei primi secoli la Chiesa svolgeva la sua vita divina … nelle famiglie. Ora tocca a ogni famiglia essere partecipe della Trinità!!!!


Programma politico storico della Trinità

“Tutti infatti quelli che ha scelto, il Padre fino dall’eternità « li ha distinti e li ha predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli » (Rm 8,29).
I credenti in Cristo, li ha voluti chiamare a formare la santa Chiesa, la quale, già annunciata in figure sino dal principio del mondo, mirabilmente preparata nella storia del popolo d’Israele e nell’antica Alleanza, stabilita infine « negli ultimi tempi », è stata manifestata dall’effusione dello Spirito e avrà glorioso compimento alla fine dei secoli.
Allora, infatti, come si legge nei santi Padri, tutti i giusti, a partire da Adamo, « dal giusto Abele fino all’ultimo eletto », saranno riuniti presso il Padre nella Chiesa universale.” (LG 2)


Attuazione storica di questo progetto di unità:

1) Gesù nell’eucaristia: costruttore di comunione


“Questo inizio e questa crescita sono significati dal sangue e dall’acqua, che uscirono dal costato aperto di Gesù crocifisso (cfr. Gv 19,34), e sono preannunziati dalle parole del Signore circa la sua morte in croce: « Ed io, quando sarò levato in alto da terra, tutti attirerò a me » (Gv 12,32).
Ogni volta che il sacrificio della croce, col quale Cristo, nostro agnello pasquale, è stato immolato (cfr. 1 Cor 5,7), viene celebrato sull’altare, si rinnova l’opera della nostra redenzione.
E insieme, col sacramento del pane eucaristico, viene rappresentata ed effettuata l’unità dei fedeli, che costituiscono un solo corpo in Cristo (cfr. 1 Cor 10,17).
Tutti gli uomini sono chiamati a questa unione con Cristo, che è la luce del mondo; da lui veniamo, per mezzo suo viviamo, a lui siamo diretti.” (LG 3)

2)  Spirito Santo

“Lo Spirito dimora nella Chiesa(domestica) e nei cuori dei fedeli come in un tempio (cfr. 1 Cor 3,16; 6,19) e in essi prega e rende testimonianza della loro condizione di figli di Dio per adozione (cfr. Gal 4,6; Rm8,15-16 e 26).
Egli introduce la Chiesa (domestica) nella pienezza della verità (cfr. Gv 16,13), la unifica nella comunione e nel ministero, la provvede e dirige con diversi doni gerarchici e carismatici, la abbellisce dei suoi frutti (cfr. Ef 4,11-12; 1 Cor 12,4; Gal 5,22).
Con la forza del Vangelo la fa ringiovanire, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione col suo Sposo.
Poiché lo Spirito e la sposa dicono al Signore Gesù: « Vieni » (cfr. Ap 22,17).” (LG 4)


3) Natura di questa unità:

"Così la Chiesa universale si presenta come « un popolo che deriva la sua unità dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo »." (LG 4)

4) Stile di vita della Chiesa domestica

“Il mistero della santa Chiesa si manifesta nella sua stessa fondazione.
Il Signore Gesù, infatti, diede inizio ad essa predicando la buona novella, cioè l’avvento del regno di Dio da secoli promesso nella Scrittura: « Poiché il tempo è compiuto, e vicino è il regno di Dio » (Mc 1,15; cfr. Mt 4,17).
Questo regno si manifesta chiaramente agli uomini nelle parole, nelle opere e nella presenza di Cristo.” (LG 5)


5) Immaginarsi la Chiesa domestica: immagini sponsali e la città – polis!

“6. Come già nell’Antico Testamento la rivelazione del regno viene spesso proposta in figure, così anche ora l’intima natura della Chiesa ci si fa conoscere attraverso immagini varie, desunte sia dalla vita pastorale o agricola, sia dalla costruzione di edifici o anche dalla famiglia e dagli sponsali, e che si trovano già abbozzate nei libri dei profeti. …
Sopra quel fondamento la Chiesa è costruita dagli apostoli (cfr. 1 Cor 3,11) e da esso riceve stabilità e coesione.
Questo edificio viene chiamato in varie maniere: casa di Dio (cfr. 1 Tm 3,15), nella quale cioè abita la sua famiglia, la dimora di Dio nello Spirito (cfr. Ef 2,19-22), la dimora di Dio con gli uomini (cfr. Ap 21,3), e soprattutto tempio santo, il quale, rappresentato dai santuari di pietra, è l’oggetto della lode dei santi Padri ed è paragonato a giusto titolo dalla liturgia alla città santa, la nuova Gerusalemme.
In essa infatti quali pietre viventi veniamo a formare su questa terra un tempio spirituale (cfr. 1 Pt 2,5). E questa città santa Giovanni la contempla mentre, nel momento in cui si rinnoverà il mondo, scende dal cielo, da presso Dio, « acconciata come sposa adornatasi per il suo sposo » (Ap 21,1s).
La Chiesa, chiamata « Gerusalemme celeste » e « madre nostra » (Gal 4,26; cfr. Ap 12,17), viene pure descritta come l’immacolata sposa dell’Agnello immacolato (cfr. Ap 19,7; 21,2 e 9; 22,17), sposa che Cristo « ha amato.. . e per essa ha dato se stesso, al fine di santificarla » (Ef 5,26), che si è associata con patto indissolubile ed incessantemente « nutre e cura » (Ef 5,29), che dopo averla purificata, volle a sé congiunta e soggetta nell’amore e nella fedeltà (cfr. Ef 5,24), e che, infine, ha riempito per sempre di grazie celesti, onde potessimo capire la carità di Dio e di Cristo verso di noi, carità che sorpassa ogni conoscenza (cfr. Ef 3,19).
Ma mentre la Chiesa compie su questa terra il suo pellegrinaggio lontana dal Signore (cfr. 2 Cor 5,6), è come un esule, e cerca e pensa alle cose di lassù, dove Cristo siede alla destra di Dio, dove la vita della Chiesa è nascosta con Cristo in Dio, fino a che col suo sposo comparirà rivestita di gloria (cfr. Col 3,1-4).” (LG 6)


6) L'Immagine più politica della Chiesa "Corpo" LG 7

“La Chiesa, corpo mistico di Cristo
7. Il Figlio di Dio, unendo a sé la natura umana e vincendo la morte con la sua morte e resurrezione, ha redento l’uomo e l’ha trasformato in una nuova creatura (cfr. Gal 6,15; 2 Cor 5,17).
Comunicando infatti il suo Spirito, costituisce misticamente come suo corpo i suoi fratelli, che raccoglie da tutte le genti.
In quel corpo la vita di Cristo si diffonde nei credenti che, attraverso i sacramenti si uniscono in modo arcano e reale a lui sofferente e glorioso.
Per mezzo del battesimo siamo resi conformi a Cristo: « Infatti noi tutti « fummo battezzati in un solo Spirito per costituire un solo corpo » (1 Cor 12,13).
Con questo sacro rito viene rappresentata e prodotta la nostra unione alla morte e resurrezione di Cristo: « Fummo dunque sepolti con lui per l’immersione a figura della morte »; ma se, fummo innestati a lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche in una resurrezione simile alla sua » (Rm 6,4-5).” (LG 7)


7) Centralità della visibilità per l’attuazione della comunione trinitaria ed ecclesiale: LG 8

“La Chiesa, realtà visibile e spirituale
8. Cristo, unico mediatore, ha costituito sulla terra e incessantemente sostenta la sua Chiesa santa, comunità di fede, di speranza e di carità, quale organismo visibile, attraverso il quale diffonde per tutti la verità e la grazia.
Ma la società costituita di organi gerarchici e il corpo mistico di Cristo, l’assemblea visibile e la comunità spirituale, la Chiesa terrestre e la Chiesa arricchita di beni celesti, non si devono considerare come due cose diverse; esse formano piuttosto una sola complessa realtà risultante di un duplice elemento, umano e divino.
Per una analogia che non è senza valore, quindi, è paragonata al mistero del Verbo incarnato. Infatti, come la natura assunta serve al Verbo divino da vivo organo di salvezza, a lui indissolubilmente unito, così in modo non dissimile l’organismo sociale della Chiesa serve allo Spirito di Cristo che la vivifica, per la crescita del corpo (cfr. Ef 4,16).
Questa è l’unica Chiesa di Cristo, che nel Simbolo professiamo una, santa, cattolica e apostolica e che il Salvatore nostro, dopo la sua resurrezione, diede da pascere a Pietro (cfr. Gv 21,17), affidandone a lui e agli altri apostoli la diffusione e la guida (cfr. Mt 28,18ss), …” (LG 8)

La famiglia come chiesa domestica è una delle espressioni più concrete di questa profonda unità tra vita invisibile e visibile che caratterizza la Chiesa.

Gli sguardi, la mimica, il tono di voce e i gesti dei vari componenti familiari rivelano con grande facilità se si percepisce in comunione con gli altri membri della famiglia. Per la famiglia la questione dell’unità per la quale Gesù è morto e risorto è una questione quotidiana e un’esperienza onnipresente … dolorosa e gioiosa.
Il testo conciliare suggerisce grande attenzione a questo mistero: come porto dentro l’altro così lui mi percepisce.
Gesù Dio porta in sé la sua umanità in modo tale che chi lo incontra si ritrova nel suo sguardo e nelle sue azioni. Sia la costruzione sia la percezione dell’unità famiglia-ecclesiale passa attraverso parole, gesti, azioni sensibili e perciò richiedono molta cura e amore.


Per la riflessione personale e comunitaria

La vita politica della coppia:
Come si svolge la nostra vita politica di coppia? Come prendiamo decisioni insieme … esempi a tavola, in macchina, a letto, davanti alla televisione, via sms? Come realizziamo quanto abbiamo deciso … esempi? Quale azioni riusciamo a decidere più facilmente e quali sono più difficile da realizzare? Come godiamo delle azioni realizzate insieme?

La vita politica famigliare:
Quali sono i miei desideri riguardo la realizzazione della nostra vita famigliare? Come condividiamo le nostre attese riguardo alla nostra vita familiare? In che modo concordiamo le azioni a favore dell’educazione dei nostri figli?

La vita politica ecclesiale:
In che modo contribuiamo alla vita ecclesiale? Come aiuta la vita ecclesiale a migliorare la nostra vita coniugale e familiare?

Oggi é e sono le ore - Aggiornato il 23/04/2024

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